Lo scorso febbraio è uscito il nuovo album di PJ Harvey, Let England Shake, per il quale il fotografo Seamus Murphy ha realizzato ben dodici video, uno per ciascuna traccia. Oggi vi proponiamo quello relativo al singolo che dà il nome al disco e che a noi è piaciuto in modo particolare proprio perché una parte delle immagini in movimento è stata costruita come se si trattasse di fotografie.
Tra l’altro, come spiega il regista, il video è introdotto da un contadino del Dorset che legge i primi versi della canzone, che a loro volta fanno riferimento ad un componimento del poeta irlandese Thomas Davis (1814-1845), The West’s Asleep.
Il primo pennuto è TRALLALALLA, nuova realtà web che funge da vetrina per artisti e band dell’underground musicale italiano. E’ una web-tv musicale che racconta in modo originale la scena musicale nazionale e internazionale che passa al sud della della penisola.
Il secondo piccione è IOSONOUNCANE, artista che sta lentamente facendosi notare negli ambienti alternative per la sua musica distorta, acida e per i suoi testi allucinati ma che proprio per questo
nascondono verità scomode e descrivono realtà border-line. Vi presentiamo solo il primo video, gli altri li trovate qui.
Un gruppo dal nome impronunciabile (!!! – solitamente si fanno chiamare chk chk chk) già da un bel po’ sulla scena alternative, con un sound molto stiloso che ci piace un casino!
Il video del loro ultimo singolo è un guazzabuglio di umanità e di continuità che ci ha stuzzicato davvero!
Dopo il disco d’esordio semplicemente fulminante (si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo), Vasco Brondi è pronto a tornare nei vostri iPod/stereo col secondo disco.
Naturalmente non c’è speranza, non si ride, ci si deprime. Però in bellezza.
Questo il commento al video del primo singolo, “Cara catastrofe”, direttamente dal suo blog:
“Cara catastrofe, la prima canzone del disco, la prima canzone che ho scritto di questo disco. Mi immaginavo questo rave su una chitarra acustica, i capelli colorati. Questi palazzi con qualche finestra accesa e tante finestre spente, i fari delle macchine che girano attorno ad una rotatoria e non si sa dove vanno. che poi ci metteremo a tremare come la California amore nelle nostre camere separate a inchiodare stelle a dichiarare guerre a scrivere sui muri che ci fregano sempre”.